XV Secolo

abbigliamento_22   Con l’avvenire del XV secolo, sempre più persone iniziarono ad acquisire quella ricchezza che gli permise di indossare abiti sartoriali e pregiati mantenendo gli stili della moda; in Italia un gran numero di ricchi mercanti, artigiani e nobili manifestavano una certa affermazione in campo stilistico con la volontà di emergere nella società per eleganza e stile. Questa “corsa” allo sfarzo fu tenuta sotto controllo dai Comuni che tentarono di reprimerla attraverso l’emanazione di apposite leggi restrittive attinenti all’abbigliamento, dette leggi suntuarie. L’obiettivo di queste leggi era quello di limitare il lusso delle famiglie e la fuoriuscita di denaro dalle casse comunali. Chiunque avesse voluto indossare abiti per esibire le proprie ricchezze, avrebbe dovuto pagare come stabilito dallo statuto suntuario. Gli uomini, nonostante le leggi, continuarono ad indossare abiti e cinture preziose.     abbigliamento_24La moda maschile dell’inizio del Quattrocento si manifestava in maniera diversa in base all’età. I giovani mettevano in bella vista le brache con abiti corti e calze, mentre gli anziani magistrati, i dottori, gli studiosi e i dogi indossavano una tunica lunga e maniche piuttosto strette e lunghe; solitamente la tunica era indossata con un copricapo, il tocco tipico e popolare tra XIII-XIV secolo.     abbigliamento_21   I giovani indossavano spesso la cottardita, un indumento, già diffuso nel Trecento, attillato fino alla vita e terminante in una balza aperta che arrivava appena sotto i fianchi. Sopra alla cottardita o alla gonnella si indossava un farsetto cioè una camicia imbottita, originariamente indossata dai cavalieri al di sotto dell’armatura. Il farsetto era generalmente confezionato con maniche a “prosciutto” cioè abbondanti dalla spalla al gomito e poi ristrette fino al polso con bottoni fissati sulla parte esterna del braccio. Al di sopra del farsetto gli uomini erano soliti indossare una giornea, dal francese jornee, cioè una casacca caratterizzata da aperture laterali, senza maniche e trattenuta in vita da una cintura.       abbigliamento_18   Per ripararsi dal freddo le persone anziane e aristocratiche indossavano comode pellande e pesanti lucchi. La pellanda, molto diffusa alla fine del XIV e la prima metà del XV secolo, era un’ampia veste, simile ad un cappotto, da portare sopra agli altri vestiti, aperta davanti e spesso anche ai lati dando una parvenza di mantello sulle braccia; lunga fino alle caviglie con maniche larghe, lunghissime, spesso frangiate era in genere ornata di ricami e foderata di pelliccia o stoffa.         abbigliamento_19   Il lucco, tipicamente fiorentino, era una sorta di soprabito ricco di pieghe e di ampio volume che cadeva fino a terra, era di panno, di colore nero, rosso o paonazzo ed era chiuso al collo con dei ganci o semplicemente annodato con nastri; era confezionato con due tagli laterali per far passare le braccia o a maniche tronche e ampie. Poteva essere foderato di taffetà o di seta in estate o in pelliccia o in velluto in inverno.           abbigliamento_23   I giovani potevano indossare la pellanda e il lucco solo al compimento della maggiore età. Pellanda e lucco non erano però lunghi fino alla caviglia come per gli anziani, ma si accorciavano al ginocchio, a mezza gamba, principalmente per una maggiore facilità nel cavalcare.       abbigliamento_25Gli uomini usavano come copricapo il capperone, una mantellina con cappuccio dalla lunga punta (liripipe) già ampiamente diffusa nell’Italia del Trecento. Il capperone (chaperon in francese) assunse però notevoli cambiamenti nel XV secolo: arrotolando la parte frontale, si formava una specie di “rotolo” che veniva fissato in testa; il tessuto rimanente poteva passare sotto al mento e poggiare alla spalla oppure poteva scendere liberamente o essere arrotolato sulla testa come un turbante o terminare con varie frangiature.   abbigliamento_20   Nell’opera Predica di San Pietro alla presenza di San Marco del 1434 si ha un’ampia panoramica dei capi d’abbigliamento maschili della prima metà del Quattrocento; vi sono uomini illustri con toghe talari e mantelli, uomini che indossano una pellanda frangiata sull’orlo e sulle maniche, altri con una giornea con maniche aperte con una cintura a placche dorate o altri uomini in lucco; si notano anche vari tipi di cappelli o berretti, di panno a becco, alla capitanesca conosciuti anche come sforzeschi, capperoni o ciambelle imbottite, varianti originali del mazzocchio utilizzato dopo la metà del secolo.