Castello in età moderna

14 Tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600, come la maggior parte delle opere di fortificazione del territorio, anche il castello di Lecce si avviò verso una lenta decadenza. Dal 1690 il castello fu sede del tribunale della Regia Udienza e nel corso del Settecento si ha notizia di un suo utilizzo come sede di civili abitazioni mentre per il salone fu proposto di impiegarlo per rappresentazioni teatrali. A partire dal 1870, per oltre un secolo, il castello vide la presenza di militari che ebbero nella sua struttura la sede del 5° Distretto Militare. In questo periodo il castello subì grandi trasformazioni. Nel 1872 fu definitivamente colmato il fossato e nell’area un tempo occupata da questo fu edificato un complesso di costruzioni teatrali: il teatro San Carlino, il teatro Politeama Greco e il teatro Apollo. Il lato meridionale, invece, fu occupato nel 1898 dal Mercato Coperto con la tettoia liberty rimossa negli anni Ottanta e nel 1928 da una fontana monumentale che ricordava l’arrivo in città dell’acqua del Sele.   22La cappella di Santa Barbara, non attribuibile al progetto di Gian Giacomo dell’Acaya poichè non ancora terminata nel 1571, era ancora consacrata e funzionante alla fine dell’800 – inizi ‘900. Al suo interno era seppellito, in una camera funeraria, il Generale Tommaso Romano, commendatore di Terra d’Otranto, morto nel 1857 e deposto nella cappella del castello per volere della comunità leccese. La cappella fu dismessa nella prima metà del ‘900 nel periodo in cui il castello era adibito a caserma e trasformata in infermeria.   23La Torre Magistra fu trasformata in età moderna in Tribunale della Regia Udienza e sulla parete a destra dell’ingresso si conservano incise le c.d. “Tavole delle leggi”.       24Perse le funzioni militari le gallerie sotterranee vennero temporaneamente utilizzate nel Seicento come stalle, come dimostrano le vasche-abbeveratoi appoggiate ad un muro oltre il quale venne ricavato, nella prima metà del ‘900, un rifugio antiaereo, testimoniato dalla presenza dei resti dell’impianto elettrico ancora visibili lungo le pareti. Come il fossato cinquecentesco, colmato alla fine dell’Ottocento, anche le gallerie assunsero nel corso dei secoli la funzione di discarica venendo ad essere colmate fino alla volta di terra e materiali di risulta, ad eccezione di una parte, corrispondente al bastione di San Giacomo, utilizzata nella Seconda Guerra Mondiale come rifugio antiaereo. 25Inaugurato nel 2009, il Museo della Cartapesta è ospitato in tre sale del Castello. Attraverso le sale del museo sono raccontate origini della cartapesta a Lecce e la storia, fin dal 1700, di numerosissime botteghe di maestri cartapestai: Surgente, Gallucci, Caretta, Capoccia, Errico, Mazzeo, Guacci, Indino, Malecore. L’arte della cartapesta, umile nei materiali impiegati – carta, colla di farina, gesso – ma raffinatissima negli esiti, in nessun altro luogo ha raggiunto la perfezione e la diffusione avuta nel capoluogo salentino. Il successo della statuaria cartacea prodotta per una committenza prevalentemente ecclesiastica fu decretato da fattori economici e funzionali: il costo di una statua in cartapesta era decisamente più contenuto rispetto a quello di un manufatto in legno, pietra o metallo; inoltre le particolari esigenze rituali, che prevedevano l’uscita delle statue dalle chiese in occasione delle processioni, determinavano la predilezione per opere d’arte per così dire “leggere”.