Castello Medioevale

1Sorto in età normanna come residenza dei conti di Lecce e posto sul lato orientale della città, in corrispondenza delle mura urbane, il castello di età medievale, sulla base degli scavi archeologici effettuati negli ultimi anni, doveva pressoché corrispondere al corpo centrale quadrangolare del castello cinquecentesco, delimitato agli angoli sud-est e nord-est dalle due torri superstiti: la “Torre Maestra o Magistra” e la “Torre Mozza”. Documenti d’archivio menzionano, inoltre, una torre rotonda e un rivellino, dei quali però non si conosce la localizzazione. Dei tre ingressi ipotizzati solo uno è stato individuato con certezza, grazie al rinvenimento di strutture riconducibili al ponte levatoio e alla porta, sul lato rivolto verso la città nel punto che in seguito verrà occupato dalla Cappella di Santa Barbara. Il castello era circondato da un fossato che si congiungeva sul lato orientale al fossato che circondava la città. 2Il lato occidentale del cortile è occupato dalla facciata della Chiesa di Santa Barbara sul cui ingresso è lo stemma della Famiglia ‘Loffredo’ con corona mutila e scudo composto da piccole campanelle accostate. La cappella tradizionalmente denominata con il nome di Santa Barbara, era in realtà dedicata all’Immacolata – solo un altare era dedicato a Santa Barbara, protettrice degli artiglieri, costruito o ricostruito nel 1660.   3Lo scavo all’interno della cappella ha messo in luce interessanti dati relativi al castello medievale. Sono ben visibili due cortine murarie, con relative fondazioni, parallele in direzione est-ovest, realizzate in grandi conci di tufo squadrati. Addossati alle murature si notano, sovrapposti, più piani pavimentali in basoli di pietra locale, pertinenti a varie fasi e ristrutturazioni della struttura. Nell’area occidentale si distingue una soglia delimitata da grandi blocchi in pietra locale, da identificare come l’ingresso dell’antico castello medievale, che risulta quindi leggermente più a nord rispetto all’ingresso cinquecentesco. 4La quota del cortile ha subito nel corso dei secoli progressivi innalzamenti. Rimuovendo i vari livellamenti e piani di calpestio più recenti sono venute alla luce le strutture precedenti alla ristrutturazione cinquecentesca, pertinenti ad uno spazio aperto, considerato già come cortile del castello nei documenti del XV secolo. Lo scavo ha messo in luce un pozzo, adiacente al pozzo moderno, da identificare nel puteum delle fonti quattrocentesche.   5Si riconoscono alcuni setti murari, ascrivibili al XIII secolo, che formano un ambiente rettangolare, un piccolo cortile o pozzo luce di ingresso al castello, collegabili con la fase di ristrutturazione attestata nella Reparatio castrorum di Federico II della metà del XIII secolo. Nel XIV secolo, tutte le strutture precedenti vennero rasate e il cortile ingrandito assumendo la forma attuale in connessione con il portico sul lato nord e le due torri quadrangolari ancora esistenti.   6Il lato settentrionale del cortile è occupato da un portico medioevale, collocato ad un livello più basso rispetto all’attuale piano di calpestio, che presenta due chiare fasi di costruzione. La fase medievale è costituita da arcate di prospetto a sesto ogivale, da una merlatura esterna e copertura a botte; quella più recente, frutto delle ristrutturazioni cinquecentesche, presenta invece arcate a tutto sesto e volte a crociera.   7Gli scavi archeologici all’interno del porticato hanno messo in luce tre cisterne campaniformi: inizialmente utilizzate come silos per la conservazione di granaglie – almeno fino agli inizi del XV secolo – poi come cisterne per la raccolta delle acque piovane; furono dismesse e usate come discariche.       8Nell’angolo nord-est è collocata la Torre Magistra su cui si nota lo stemma della Famiglia ‘Zuniga y Avellaneda’. Del periodo più antico, di età angioina, resta l’impostazione architettonica e decorativa della volta a crociera con costoloni a mandorla, che furono modificati nella parte più bassa, durante le ristrutturazioni cinquecentesche, con la costruzione delle colonne con capitelli corinzi.     9Sul lato orientale, accanto alla terza sala del Museo della Cartapesta, si trova la scala di accesso al primo piano; sollevando lo sguardo in corrispondenza della scala si riconosce lo stemma di Carlo V costituito da uno scudo con due teste d’aquila. Si notano anche tracce di un portico cinquecentesco demolito alla fine del 1700.     10Nell’angolo sud-est, inglobata negli ambienti cinquecenteschi, è la medioevale Torre Mozza il cui impianto architettonico è ben riconoscibile dalla volta a crociera con costoloni a mandorla poggianti su capitelli tardo-gotici, due con decorazioni a foglie di acanto e due con figure allegoriche.       11Nel capitello figurato più prossimo alla cappella si riconoscono due figure maschili, una delle quali con una testa coronata e il classico taglio di capelli all’angioina (probabilmente un re angioino); alle sue spalle è un volatile, forse un’aquila in atto di beccare. La figura di sinistra ha invece una capigliatura ondulata e fluente, e trattiene al petto un oggetto indecifrabile. Nel secondo capitello si riconoscono due figure femminili disposte simmetricamente. Entrambe hanno una lunga capigliatura e sono azzannate alle spalle da un leone: è questa l’allegoria dei pericoli e delle tentazione che costellano la vita dell’uomo, e la rappresentazione dell’eterna lotta tra bene e male. 12Il lato meridionale del cortile è occupato da alcuni ambienti utilizzati un tempo come cucine e depositi e dall’accesso ad un vano ipogeo.         13Tornando nell’androne di ingresso, si scende, esclusivamente con visita guidata, all’interno delle gallerie sotterranee corrispondenti all’antico fossato medievale del castello. Sul piano del fossato è possibile distinguere numerose tracce di cava, vasche e cisterne.