Erbe e spezie

6L’arte medica medievale affonda le sue radici nella filosofia naturale e nelle teorie dei primi “medici” della Grecia antica, Ippocrate e Galeno. La più importante istituzione medica medievale è certamente la Scuola Medica Salernitana, fondata secondo la tradizione nell’ XI secolo a Salerno. La medicina però, poteva anche sfociare in pratiche che insospettivano fortemente le autorità, soprattutto ecclesiastiche. Non riuscendo a dare una spiegazione razionale alle malattie, spesso viste anche come punizioni divine e condotte amorali, si cercava di controllarle attraverso rituali e rimedi proposti da monaci o maghi. Alcuni di questi usavano recitare preghiere, somministrare erbe magiche e consegnare amuleti di vario genere per cercare di guarire l’ammalato.   7     Papavero.In antichità il papavero era apprezzato molto per le sue proprietà lenitive e calmanti, utili contro l’insonnia, gli attacchi di ansia e le palpitazioni, ma anche per calmare la tosse e le allergie. Tutt’oggi la pianta del papavero è riconosciuta come lenitiva calmante, ma anche molto tossica, pertanto, per qualsiasi tipo di assunzione, va considerato obbligatoriamente il parere medico.           8     Pepe. In campo medico il pepe veniva utilizzato per calmare la tosse, l’asma, per i dolori allo stomaco, la spossatezza e l’inappetenza. La Regola Sanitaria Salernitana, inoltre, lo consiglia nel caso di febbre e per combattere in freddo, in quanto spezia “calda”.           9   Anice verde. Secondo la regola Sanitaria Salernitana l’anice poteva essere un ottimo rimedio per avere sollievo agli occhi e allo stomaco grazie alle sue proprietà digestive. L’uso di spezie confettate, ossia cotte nello zucchero, era solito alla fine dei grandi banchetti, quando, per dare la possibilità ai servi di preparare le sale per la notte, tutti gli invitati venivano fatti accomodare in altre stanze in cui erano servite spezie confettate e vino speziato. Per questa ragione, probabilmente, questa spezie venivano chiamate “spezie da camera”.         10Cannella. La cannella, che ha proprietà eccitanti e digestive, è uno dei sapori più tipici del medioevo e il suo principale utilizzo, pertanto, era quello culinario: aromatizzava la carne di cinghiale, veniva utilizzata per insaporire le salse e le bevande alcoliche. Le fonti ci raccontano anche delle abitudini alimentari alla corte di Federico II, in cui non potevano mancare ricchissimi e coloratissimi piatti. È proprio Federico che ci fa conoscere una ricetta preparata con la cannella, di cui probabilmente era ghiotto, che l’imperatore chiese qualche giorno prima di morire: si preparava con pere molto mature, cotte nel latte fino a disfarsi e polverizzate con zucchero e cannella.   11Chiodi di garofano. I chiodi di garofano erano conosciuti da tempi antichissimi dai Cinesi, che prima di recarsi in udienza dall’imperatore, erano soliti masticarne qualcuno per profumare l’alito. Alla base di questa consuetudine c’è il potere antisettico di questa spezia, nonché il suo buon odore. Ancora oggi i chiodi di garofano rappresentano un ottimo “rimedio della nonna” contro il mal di denti: se ne fa un trito da applicare sul dente dolorante o nella carie per alleviare il dolore. Inoltre alleviano il mal di testa, stimolano la circolazione e sono efficacissimi nelle infezioni intestinali date da parassiti, funghi e batteri.   12   Coriandolo. Il coriandolo, noto per le sue proprietà antinfiammatorie, era utilizzato anche contro inappetenza, coliche e problemi di digestione. Allo stesso modo dell’anice, anche il coriandolo è ricordato come “spezia da camera”, spezia che veniva caramellata e consumata dai nobili nelle camere da letto dopo gli interminabili banchetti, tra chiacchiere e musica, per favorire la digestione. Proprio da questa usanza di confettare i frutti di coriandolo prendono il nome i nostri coriandoli che animano il carnevale. I primi coriandoli, infatti, erano piccole palline di gesso colorato, che imitavano proprio la forma e la dimensione di questi frutti; con il tempo, al gesso si sostituì la carta, conservando però, nel nome, la memoria della loro origine.       13   Ginepro. Nel mondo antico il ginepro veniva considerato una pianta magica: si credeva che fosse capace di allontanare streghe e spiriti maligni da case e stalle e, per lo stesso motivo, si usava cucirne alcune bacche all’interno degli abiti per assicurarsi la protezione. Come le bacche, anche il legno di ginepro era considerato prodigioso. Con questo si fabbricavano cucchiai e mestoli casalinghi, che venivano impiegati per la lavorazione del latte. In campo medico, si parla del ginepro come un ottimo rimedio per la cura delle crisi respiratorie e dell’asma bronchiale nonché per i disturbi allo stomaco, i reumatismi e l’alitosi.         14   Giusquiamio. In antichità era nota anche come “erba del diavolo”, mentre le sfumature viola che caratterizzavano i suoi fiori erano note come “occhi del diavolo”. Si tratta di una pianta fortemente velenosa, per la presenza di alcuni composti che possono provocare allucinazioni e sensazioni di vertigini. Nel medioevo il giusquiamio era anche apprezzato per le sue qualità sedative e veniva utilizzato tra le componenti della cosiddetta “spongia somnifera”, un preparato a base di diverse erbe che veniva vaporizzato e fatto inalare al malato prima di un intervento chirurgico. Oggi, il suo principio attivo è uno dei componenti alla base dei cerotti per il mal d’auto e il mal di mare.       15   Liquirizia. I benefici di questa radice sono legati alla cura dalle infezioni batteriche intestinali. La liquirizia veniva suggerita anche per i problemi al cuore e all’intestino, utilizzandola ancora come ingrediente di alcuni elisir. Oggi la liquirizia è considerata un ottimo sedativo per la tosse e un toccasana per i bruciori di stomaco. La radice masticata è utile come antinfiammatorio per gengive, calma le irritazioni della gola e migliora l’alito.           16Mandorla. Nel mondo medievale le mandorle venivano considerate, oltre ad una squisita prelibatezza, ottime alleate per la memoria, la concentrazione, lo stress psicofisico e gli sbalzi di umore. Le mandorle, quindi, vengono consigliate come rimedi che annientano la malinconia. Oggi le mandorle sono considerate ottimi integratori energetici, essendo ricche di grassi, proteine, sali e zuccheri. Sono utili anche a regolare l’intestino, a idratare la pelle secca e infine a favorire i processi che portano alla calcificazione delle ossa.   17   Zenzero. Nel medioevo, si consigliava lo zenzero contro i dolori alle gambe, ai piedi, infine per i reumatismi e la gotta: il modo migliore per assumerlo era quello di confezionare una mistura di zenzero, dragoncello e pepe, da prendere più volte al giorno prima dei pasti principali, accompagnando il tutto con del liquore di miele e prezzemolo. Inoltre, il potere dello zenzero era utile anche in caso di stipsi: ottimi rimedi erano certamente rappresentati dai biscotti allo zenzero, che contribuivano a portare aventi una dieta alimentare corretta. Oggi allo zenzero sono state riconosciute proprietà eccellenti per la cura dell’apparato digestivo.       18Prezzemolo. Il prezzemolo nel medioevo aveva una grandissima valenza officinale pur essendo fortemente tossico. Il prezzemolo era famoso anche per il suo valore “magico” e simbolico: nel mondo classico era abituale scolpirlo sulle lastre tombali come simbolo dell’Aldilà. Un legame con la morte e la vita ultraterrena il prezzemolo continua ad averlo anche nel mondo medievale: nella notte di S. Giovanni il prezzemolo era utilizzato come erba divinatoria per conoscere la sorte dei defunti. I rametti venivano bruciati nel camino del defunto e, se sviluppavano fumo bianco, l’anima era giunta in paradiso, al contrario se il fumo era grigio o nero, l’anima si trovava in purgatorio o all’inferno. Oggi i preparati a base di prezzemolo, compresi gli unguenti, sono da assumere sotto stretta prescrizione medica poiché potenzialmente letali. Tra le sue proprietà, il prezzemolo viene oggi apprezzato per quelle diuretiche e depurative.       19Rosmarino. Nel Medioevo il rosmarino era un ottimo rimedio per attenuare il mal di stomaco, ma era anche molto apprezzato come elisir di giovinezza: la regina Isabella di Ungheria, vissuta nel XIV secolo, utilizzava quotidianamente un distillato di fiori di rosmarino, non solo per sconfiggere la gotta, ma anche per acquisire una seconda giovinezza. Si era soliti esporre un rametto di rosmarino dietro porte e finestre per proteggere la propria casa da streghe e spiriti maligni. Il suo legno era inoltre considerato molto potente: vi si intagliavano talismani, cucchiai speciali contro l’avvelenamento e pettini contro la calvizie. Il rosmarino era una pianta che simboleggiava anche l’amore eterno: nel medioevo un rametto di rosmarino non poteva mai mancare nei bouquet di nozze o all’occhiello dello sposo. Oggi l’infuso di rosmarino viene considerato un ottimo digestivo, ha proprietà diuretiche e calmanti per la tosse. L’olio essenziale di rosmarino inoltre viene utilizzato per alleviare dolori articolari, contusioni, dolori muscolari e reumatismi.   20Salvia. La parola salvia deriva dal latino “salvus” che significa sano, salvo. Difatti la salvia veniva considerata un rimedio universale. Tutti gli orti medievali dovevano avere della salvia, che, oltre che apprezzatissima come ingrediente culinario, era altrettanto utile per distendere i nervi, togliere il tremore dalle mani, scacciar via la febbre e rinvigorire la salute. Anche la salvia, come il prezzemolo, era una pianta legata al mondo femminile e poteva risultare tanto benefica quanto fatale. Utilizzata dalle donne per provocare e regolarizzare il ciclo mestruale, assunta in grosse quantità avrebbe provocato l’aborto. Le donne utilizzavano la salvia anche per tingere i capelli: pare che applicata sulla chioma ed esposta questa al sole, ne avrebbe scurito il naturale colore. Oggi la salvia è apprezzata molto per le sue proprietà toniche, stimolanti e digestive. Balsamica per l’apparato respiratorio, utile per calmare la tosse e alleviare gli attacchi di asma.