XIII Secolo

13     Nel XIII secolo l’abito della donna continua ad essere caratterizzato, come nella metà del XII secolo, dal cosiddetto Bliaud o Bliaut, un abito raffinato caratterizzato da una veste cucita e rifinita e da una gonna pieghettata.               14Ciò che varia sono gli enormi polsini del bliaud che, della fine del XII secolo, scomparvero per lasciare spazio ad altri aderenti mantenendo la manica abbastanza ampia sul resto del braccio e fermata dal gomito al polso con bottoni; si trattava così di una lunga e semplice tunica chiusa al collo da una spilla e stretta in vita da una cintura che, a distanza di pochi anni, venne sostituita da una lunga e sottile fascia annodata.             8     Verso il 1230 la tunica si fece più aderente per essere completata dalla versione femminile della cyclas o del surcot. La ciclade era una veste lunga, senza maniche, da indossare direttamente sulla tunica, aperta dall’ascella al fianco e provvista di lacci in modo da poter raccogliere il tessuto sul dorso segnando le forme femminili.           16   La vera novità della prima metà del Duecento è la tunica che si allunga sul dietro a formare una sorta di strascico che fu ben presto proibito durante la Quaresima da Papa Gregorio X. Le donne non rinunciarono, tuttavia, facilmente alla bellezza delle vesti ricorrendo a tutte le astuzie possibili per salvaguardare il loro abito, come ad esempio attraverso l’uso di spille d’oro che raccoglievano l’eccesso di tessuto in vista degli agenti di controllo. Le donne indossavano in inverno un mantello generalmente lungo oltre la caviglia, con un breve strascico. Il mantello ricopriva le spalle e veniva chiuso sul petto con un laccio o con una spilla circolare in modo da lasciare scoperto l’abito; era confezionato con ricche stoffe ed in genere veniva bordato e guarnito con pellicce.       17   A partire dal 1260 nell’abbigliamento femminile fece la sua comparsa un nuovo indumento esterno, da indossare al posto del mantello: il pelicon. Era realizzato con un’enorme pezzo di stoffa e spesso arrivava a più di tre metri nella sua parte più larga. Il pelicon aveva tre aperture: una per la testa e due per le braccia. Una volta indossato, il tessuto cadeva liberamente dalle spalle ai piedi e, dietro, formava uno strascico. Essendo un indumento indossato al posto del mantello, era confezionato con tessuto pesante e quindi di solito era bordato di pelliccia completato da un cappuccio.         18   All’inizio del XIII secolo cambiarono acconciature e copricapi: le nubili avevano i capelli sciolti sulle spalle o trattenuti da un cerchietto e legati in trecce. Le donne sposate, al contrario, raccoglievano le loro chiome e una pezzuola di lino bianco, che copriva il capo, veniva fatta passare sotto il mento per essere annotata sulla testa. I veli, che potevano essere indossati in svariati modi, venivano confezionati con una stoffa di lino finissima conosciuta con il nome di batista. Il soggólo era un copricapo composto da una benda o fascia larga che passando sotto il mento, da qui il nome soggolo (sotto gola), avvolgeva il viso e il collo unendosi alla sommità del capo fermato da una striscia rigida di lino attorno alla testa, appariva come una sorta di corona.