Armi da fuoco

armidafuoco_1Il più grande cambiamento nell’arte della guerra fu causato dalla scoperta della polvere da sparo e dal suo utilizzo per la creazione di armi da fuoco. Già nel 1200 si ha notizia dell’utilizzo delle prime bombarde. In un primo periodo, nonostante il perfezionamento dell’artiglieria, si continuò ad utilizzare l’armatura, che cadde poi in disuso in quanto totalmente inutile contro le armi da fuoco. L’introduzione delle armi da fuoco causò il cambiamento anche delle architetture, in quanto le antiche fortezze, con le mura alte e sottili, non erano più in grado di resistere alla palle dei cannoni d’assedio. Le nuove fortezze presentano così mura basse e larghe, rinforzate da terrapieni, per reggere al tiro dell’artiglieria; saranno poi munite di piazzole avanzate per la collocazione di grandi cannoni. Le armi da fuoco spersonalizzano la guerra contravvenendo ai dettami dell’etica cavalleresca e togliendo ogni impedimento ai guerreggianti. armidafuoco_2BOMBARDE e CANNONI: le bombarde, comparse verso la metà del XIV secolo, sparavano grandi palle di pietra. I primi cannoni erano fatti da un tubo ottenuto con una serie di listelli di ferro battuto accostati uno a fianco a l’altro e mantenuti insieme da cerchi di ferro esterni, poi viene utilizzato il bronzo. All’inizio venivano utilizzati poco in quanto spesso scoppiavano causando grave pericolo per chi li utilizzava, ma pian piano vanno a sostituire totalmente il mangano. MORTAIO: il mortaio, che va a rimpiazzare il trabucco, serviva per lanciare proiettili all’interno delle mura dei castelli. Per ottenere questo risultato occorreva lanciare un proiettile a velocità bassa, con una grande angolazione verso l’alto. Si costruirono allora armi con una canna molto corta, spesso costruita mediante un’unica colata di bronzo e il risultato aveva un aspetto che ricordava il mortaio. armidafuoco_3SCOPPIETTO: lo scoppietto è la prima arma da fuoco portatile, comparsa verso la fine del XIII secolo, e costituita da una canna di ferro e rame, sostenuta da una sorta di manico di legno o ferro, con accensione a miccia. ARCHIBUGIO: l’archibugio è un’arma ad avancarica, a canna liscia, il cui calibro era intorno ai 15-18 mm. Rappresenta l’evoluzione dello scoppietto in quanto garantiva una certa precisione di tiro. Aveva una gittata limitata a circa 50 m a causa dei rimbalzi che subiva il proiettile contro le pareti della canna liscia. Poteva essere accesso a miccia o a ruota, tramite una grossa molla che metteva in funzione, al momento dello sparo, una ruota dentellata che generava scintille sfregando contro un pezzo di pirite. MOSCHETTO: evoluzione dell’archibugio, il moschetto domina i campi di battaglia fino alla seconda metà dell’Ottocento. A differenza dell’archibugio, appoggiato al petto, il moschetto presenta il calcio che permetteva di appoggiare l’arma alla spalla e di ottenere più precisione. L’accensione era prima a miccia, poi a ruota.