Carlo V

carlo_V_5Carlo V d’Asburgo (1500-1558) Carlo d’Asburgo fu Re di Spagna, Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Napoli e Duca di Borgogna. Carlo, nato a Gand nelle Fiandre nel 1500, era figlio dall’Arciduca d’Austria Filippo il Bello (figlio dell’Imperatore Massimiliano d’Asburgo e di Maria di Borgogna) e di Giovanna di Castiglia detta “La Pazza” (figlia di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, i Re Cattolicissimi di Spagna). Cresciuto tra la nobiltà fiamminga, già a 6 anni divenne erede dei Paesi Bassi, dell’Aragona e della Castiglia. Nel 1516, alla morte di Ferdinando d’Aragona, divenne re di Aragona e di Castiglia. Nel 1520 venne incoronato Imperatore ad Aquisgrana, assumendo il nome di Carlo V.A soli 20 anni Carlo si trovò così a governare su un vastissimo impero che comprendeva tre continenti: l’Europa, l’America e l’Africa e sul quale, si diceva, non tramontasse mai il sole.     carlo_V_4   Gli ampi possedimenti in Europa di Carlo V lo portarono a confrontarsi con la Francia, in quanto Francesco I si trovava ormai circondato dai possedimenti del rivale. Per liberarsi da questa morsa Francesco diede inizio nel 1521 ad una serie di guerre contro Carlo che si trascinarono quasi senza soluzione di continuità fino al 1544 e continuarono anche sotto il regno del figlio Enrico II. Dopo la prima vittoria di Carlo a Pavia (1525) il papa Clemente VII e la maggior parte degli stati italiani si schierarono a fianco del Re di Francia, ma vennero sconfitti e il papa, nel 1530, dovette incoronare, secondo l’antico rito medievale, Carlo a Bologna, ponendogli sul capo la corona ferrea e quella imperiale.       carlo_V_3Nel frattempo in Germania si prospettavano nuovi problemi legati al diffondersi del movimento luterano. Carlo tentò una riconciliazione tramite un concilio generale e nel 1526 permise ai luterani il libero esercizio della loro confessione. Solo dopo la riconciliazione con il pontefice tentò di rimuovere tale privilegio, ma al pericolo di una guerra in Germania, preferì non insistere nella sua pretesa. La questione protestante andò avanti per alcuni anni senza una vera e propria soluzione fino a quando, ormai iniziati i lavori del Concilio di Trento, nel 1546 Carlo decise di risolvere la questione con la forza, riuscendo ad ottenere numerose vittorie sui principi tedeschi che sostenevano i luterani, nell’ultima delle quali, la battaglia di Mühlberg (1547) Carlo ottenne una vittoria schiacciante. Ma di fronte all’ostilità del papa, che sentiva più pesante il controllo imperiale sull’Italia, decise di scendere nuovamente a patti con i protestanti.     carlo_v_1   Dal 1530 al 1535 Carlo poté, dopo dieci anni di guerra, dedicarsi al riordinamento dei suoi ampi possedimenti; nominò reggente dei Paesi Bassi la sorella Maria, re dei Romani il fratello Ferdinando, promosse in Italia la costituzione di una lega a cui aderirono anche il pontefice e Venezia. Sollecitato dalla Spagna decise di affrontare anche la questione dei Turchi, che premevano in Ungheria e soprattutto nel Mediterraneo, che i Barbareschi, con le loro continue scorrerie, rendevano estremamente pericoloso. Prese d’assalto Tunisi e per un periodo riuscì a liberare il Tirreno e il Mediterraneo Occidentale dai pirati.         carlo_V_2Tutte le vittorie di Carlo V si mostrarono però effimere, dando luogo ogni volta ad una ripresa delle ostilità. La politica imperiale europea si mostrava quindi fallita: sia contro la Francia, che si era valsa del valido appoggio di Maurizio di Sassonia; sia contro la Germania che rifiutava l’imposizione di un accentramento monarchico, sia contro i Turchi che avevano ripreso le ostilità nel Mediterraneo. Preso forse dalla stanchezza, Carlo decise di ritirarsi a Bruxelles, lasciando al fratello Ferdinando la cura di comporre la situazione in Germania. Pochi anni dopo, nel 1555 abdicò al governo dei Paesi Bassi e l’anno dopo a quello delle terre spagnole a favore del figlio Filippo II. Tornato in Spagna abitò in una villa presso il monastero di S. Jerònimo de Yuste e qui morì nel 1558. Il suo corpo fu sepolto sotto l’altare della piccola chiesa di Yuste. Sedici anni dopo