Gian Giacomo dell’Acaya

giangiacomo_1Gian Giacomo dell’Acaya (1500-1570) Importante architetto rinascimentale, Gian Giacomo è conosciuto in Salento soprattutto per la ricostruzione delle mura e del castello di Lecce e per la ricostruzione dell’antico borgo di Segine, di cui era Barone e che ribattezzò con il nome della sua famiglia, Acaya. La famiglia degli Acaya, di origini francesi e, secondo la leggendaria tradizione, ancora prima greche, si insediò nel Salento alla fine del Duecento quando, per i buoni servigi resi alla corona, Carlo I di Angiò gli assegnò in quest’area il feudo di Segine, Galugnano e San Cesario.   giangiacomo_2Membro importante della famiglia fu soprattutto Alfonso, padre di Gian Giacomo, che si distinse sia in età aragonese, sotto Ferrante, che nel seguente periodo di dominazione spagnola. Gian Giacomo nacque a Napoli dal barone Alfonso e da Maria Francone tra la fine del XVI secolo e gli inizi del secolo successivo. L’esatta data di nascita, così come il ritratto e il luogo di sepoltura sono ancora oggi sconosciuti. Grazie al ruolo di primo piano svolto dal padre alla corte di Napoli, Gian Giacomo riuscì ad introdursi negli ambienti di corte e di governo, accreditandosi nei circoli politici e culturali di Napoli, Roma e Madrid e in generale nel mondo della cultura rinascimentale. Poco sappiamo della sua giovinezza, ma sicuramente si distinse per le spiccate capacità in ambito architettonico, matematico e poliorcetico.   giangiacomo_3Proseguendo i lavori già avviati dal padre, con la ristrutturazione del castello di Segine, la prima opera importante di Gian Giacomo fu la completa ricostruzione del borgo, trasformato in una inespugnabile roccaforte cinta da mura e bastioni, difesa da profondi fossati e completata da un castello inattaccabile. Il barone dell’Acaya, a seguito di quanto aveva realizzato nel suo feudo, per le esperienze e le capacità che aveva acquisito nello studio delle fortificazioni e per aver dimostrato fedeltà all’Imperatore Carlo V contrastando l’avanzata francese in Terra d’Otranto nel 1528, fu incaricato di ispezionare i castelli e le mura delle città del Regno al fine di renderli inespugnabili, accompagnando in questo importante incarico Francesco Maria della Rovere, Duca di Urbino. La sua fama di esperto architetto militare raggiunse i confini più estremi del regno permettendogli così di ottenere l’alta onorificenza di “Ingegnere Generale del Regno”.   giangiacomo_4Don Pedro de Toledo, vicerè di Napoli, preoccupato delle frequenti incursioni dei Turchi in Terra d’Otranto, dispose nel 1537 la fortificazione di tutta la costa, affidandone l’esecuzione al dell’Acaya. Furono così realizzati il castello e le mura di Castro, la fortezza di Barletta, le fortificazioni di Copertino, Mola, Galatina, Molfetta, Parabita e Gallipoli. Nel 1539 Gian Giacomo fu incaricato di rifortificare Lecce e di erigervi un possente castello. I lavori a Lecce durarono ventiquattro anni. La cinta muraria e il castello costruiti da Gian Giacomo sono quelli che ancora oggi possiamo ammirare in città.   giangiacomo_5Alla morte di don Pedro, Gian Giacomo si ritirò in Puglia e trascorse la sua vecchiaia ad Acaya fino a quando nel 1570 fu arrestato per aver garantito per un debitore insolvente. Perse così tutti i suoi beni e venne richiuso nelle segrete del castello di Lecce che egli stesso aveva fatto edificare, dove morì nello stesso anno. Oltre che per il Castello, Gian Giacomo è conosciuto a Lecce per altri monumenti: l’Ospedale dello Spirito Santo, Porta Napoli e il Palazzo della Regia Udienza (distrutto nel 1903 per far posto al Banco di Napoli).