L’assedio

assefio_macchine   Le battaglie campali erano in realtà in età medievale molto rare perché causavano troppe perdite. Molto più frequenti erano gli assedi a città o fortezze. Per conquistare una città o un castello vi erano varie strade: la corruzione, trovando un traditore tra gli assediati; realizzare un passaggio attraverso le mura o creando una breccia oppure passandovi sopra o sotto. Altro metodo, molto utilizzato, fu quello di costringere gli assediati alla resa privandolo dei mezzi di sostentamento (acqua e cibo), o terrorizzandoli con minacce, macchine da guerra spaventose, o lanciando all’interno oggetti e animali. Per questo fuori dalle mura si apprestavano accampamenti che sembravano veri e propri villaggi.         assedio_macchine   Per avvicinarsi il più possibile o si scavavano gallerie o si utilizzavano i plutei o muscoli (i cosiddetti “topolini”), cioè grandi scudi su ruote che proteggevano l’avanzata di uomini che spianavano il terreno o riempivano i fossati. Così altre macchine da guerra potevano avvicinarsi, come la testuggine, carica di soldati. Una volta giunti sotto le mura si usavano gli arieti per creare una breccia. Per superare le mura si usavano scale e torri mobili, in seguito artiglierie come il trabucco, il mangano, la balista.         assediomacchine_3Per resistere a questi attacchi le fortificazioni diventarono più solide, dotate di botole, trabocchetti, feritoie, porte segrete, fossati etc.; le mura divennero più spesse e scarpate. Col Rinascimento gli assedi diventano meno numerosi; le bocche da fuoco rendevano infatti più instabili le strutture e dall’altra parte le fortezze erano terribili postazioni di artiglieria. Le ricompense per una battaglia vittoriosa erano onori, riconoscimenti e l’assegnazione di feudi; lo era anche il bottino ricavato dallo sciacallaggio, la richiesta di riscatto per città e castelli, la vendita delle armi e armature e il riscatto di singoli prigionieri di alto rango.