Nell’ XI secolo l’indumento maschile più diffuso era la
tunica, che poteva essere di varie lunghezze: non doveva superare il ginocchio nell’uso quotidiano e tra le persone comuni o povere, mentre, tra i nobili, per le ricorrenze cerimoniali, la tunica poteva arrivare fino alla caviglia. Priva di bottoni, la tunica prevedeva una scollatura a punta sul davanti. Gli uomini più poveri, avevano un’unica tunica di lana che doveva servire anche nei mesi più freddi. I nobili, invece, indossavano una lunga tunica di lino senza particolari ricami o decorazioni. Elemento comune tra ricchi e poveri era l’uso delle brache che, anche in questo caso erano di lino o di lana.
Tra gli indumenti maschili, rispetto a qualsiasi ceto sociale, troviamo la “cappa” che dal 1060 iniziò ad essere usata in svariate lunghezze. Si trattava di un mantello che poteva arrivare al ginocchio o sino a strisciare per terra; poteva coprire le spalle ed essere fissato al collo con una fibbia o poteva coprire soltanto il lato sinistro del corpo ed essere fissato al lato destro, lasciando completamente libero il braccio destro. Il mantello era solitamente di lana, ma quella utilizzata dai nobili aveva una filatura più pregiata. I pastori erano soliti indossare mantelli col cappuccio, confezionati con pelle di capra o di pecora con pelo all’esterno. Le calze erano un altro elemento nel guardaroba maschile, nella seconda metà del XI secolo la gente comune indossava calze fasciate da nastri che le stringevano alla gamba sotto alla tunica corta.
Gli uomini avevano capelli di media lunghezza, con la frangia a metà della fronte e, fermati da cerchi, venivano raccolti in piccole cuffie allacciate sotto il mento (
infulae). Altri copricapo utilizzati erano il berretto e la papalina. La principale differenza tra il copricapo della nobiltà e quello delle persone comuni consisteva nella stoffa con cui era confezionato: i contadini portavano cappelli di cuoio, di pelle di pecora, feltro o lana, i signori preferivano il lino più fine, bordato di pelliccia e ricamato.
Nell’ XI secolo l’indumento maschile più diffuso era la tunica, che poteva essere di varie lunghezze: non doveva superare il ginocchio nell’uso quotidiano e tra le persone comuni o povere, mentre, tra i nobili, per le ricorrenze cerimoniali, la tunica poteva arrivare fino alla caviglia. Priva di bottoni, la tunica prevedeva una scollatura a punta sul davanti. Gli uomini più poveri, avevano un’unica tunica di lana che doveva servire anche nei mesi più freddi. I nobili, invece, indossavano una lunga tunica di lino senza particolari ricami o decorazioni. Elemento comune tra ricchi e poveri era l’uso delle brache che, anche in questo caso erano di lino o di lana.
Tra gli indumenti maschili, rispetto a qualsiasi ceto sociale, troviamo la “cappa” che dal 1060 iniziò ad essere usata in svariate lunghezze. Si trattava di un mantello che poteva arrivare al ginocchio o sino a strisciare per terra; poteva coprire le spalle ed essere fissato al collo con una fibbia o poteva coprire soltanto il lato sinistro del corpo ed essere fissato al lato destro, lasciando completamente libero il braccio destro. Il mantello era solitamente di lana, ma quella utilizzata dai nobili aveva una filatura più pregiata. I pastori erano soliti indossare mantelli col cappuccio, confezionati con pelle di capra o di pecora con pelo all’esterno. Le calze erano un altro elemento nel guardaroba maschile, nella seconda metà del XI secolo la gente comune indossava calze fasciate da nastri che le stringevano alla gamba sotto alla tunica corta.
Gli uomini avevano capelli di media lunghezza, con la frangia a metà della fronte e, fermati da cerchi, venivano raccolti in piccole cuffie allacciate sotto il mento (infulae). Altri copricapo utilizzati erano il berretto e la papalina. La principale differenza tra il copricapo della nobiltà e quello delle persone comuni consisteva nella stoffa con cui era confezionato: i contadini portavano cappelli di cuoio, di pelle di pecora, feltro o lana, i signori preferivano il lino più fine, bordato di pelliccia e ricamato.